Quando un cavaliere errante si è dimostrato degno della propria posizione, viene investito cavaliere del regno. I cavalieri del regno costituiscono il nerbo della nobiltà Bretoniana e incutono grande rispetto per la propria posizione e per le gesta compiute per raggiungerla. Al momento dell' investitura, al cavaliere è affidata la responsabilità dell' amministrazione di un feudo, in genere pochi acri di terra, un villaggio e un castello. Come gli abitanti del feudo sono tenuti a servire il cavaliere, a lavorare la sua terra e pagargli le tasse, anche il cavaliere è legato da vincoli di fedeltà ai ranghi superiori della nobiltà.
Il dovere impone a un cavaliere del regno di difendere la propria gente e il territorio fino alla morte. I qualità di nobile addestrato nelle arti della guerra, ci si aspetta che un cavaliere difenda se stesso e i propri domini da minacce minori, senza bisogno di ricorrere ad aiuti esterni. Se la situazione è più ardua, il cavaliere può reclutare gli abitanti del villaggio affinché combattano con lui, od ospitarli nel proprio castello fino all'arrivo degli aiuti dai feudi vicini. Sopratutto, un cavaliere è tenuto a rispettare gli esempi di onore cavalleresco, obbedendo ai severi canoni della cavalleria della cavalleria Bretoniana. Uno dei più importanti tra essi e l' obbligo di rispondere alla chiamata alle armi, combattendo al fianco di altri cavalieri, non più come rito di passaggio come quando era un cavaliere errante, ma come dovere insito nel proprio status. Per un cavaliere non vi è vergogna più grande che venire meno a tali responsabilità, tradendo in tal modo il codice cavalleresco. Qualora succeda, egli è spogliato di ogni titolo e diritto ed è bandito dal reame finché non dimostrerà nuovamente il proprio valore.